“Canto per Pablo Neruda” (“Il Postino”)

Ci sono scene, parole, suoni, immagini, che la prima volta che le vedi e le senti ti entrano dentro, ti urlano nell’anima e ti accompagnano per tutta la vita, leggere e ingombranti, vibranti e assolute.
Rimbombano nel cuore, si agitano sottopelle e tornano fuori a ondate, come sirene emerse dalle acque spumeggianti, a ricordarti chi sei e di cosa e perché soffri e di cosa e perché sei felice, il colore più autentico delle tue risate e il sapore più vivido delle tue lacrime.
La scena finale de “Il Postino” è una di queste, un frammento della mia pelle, una bellezza urlante tra le colonne sonore più vere della mia vita… la maschera tragica dell’immenso Massimo Troisi, del nostro amico Massimo, quel “Canto per Pablo Neruda” mai recitato, la musica straziante di Bacalov…
…no, non mi capaciterò mai come sia possibile che questo film non abbia vinto l’Oscar…
… no, non smetterò mai di emozionarmi nel vederlo…