Piero Ciampi “L’amore è tutto qui”

Ci sono gli artisti giganteschi. Immensi, spropositati, fuori dal comune. Enormi maestri di pensiero, straordinari inventori della realtà, monumentali indagatori dell’essere umano, sublimi eternatori di infiniti istanti.

Poi ci sono i geni puri e assoluti. Che sono un’altra cosa. Niente di più e niente di meno. Solo qualcosa d’altro.
Geni. Sfuggenti, imprendibili, quasi incorporei, spesso totalmente inconsapevoli di ciò che creano. Procedono per lampi, strappi, illuminazioni. Improvvisi e inspiegabili come le manifestazioni del divino.
Atterrano, squarciano e svaniscono. Senza altro perché che non sia l’esistenza e il palesarsi della bellezza.

Piero Ciampi, l’immenso Piero Ciampi, appartiene a questa seconda categoria.
Livornese anarchico e ribelle, poeta in musica, nel panorama straordinariamente ricco del cantaurato italiano, è stato brutalmente messo da parte, tanto in vita quanto in morte.
Genio puro e assoluto, non stava dentro la logica produttiva degli album.
Estraneo a tutto, il mondo della musica, coi suoi ritmi di tour e contratti, non sapeva contenerlo.
Lui era altro.
Era oltre.
Lo capirono in pochi, pochissimi. Tra loro Gino Paoli e Ornella Vanoni. Ecco, la Vanoni: voleva fare un disco con tutte le sue canzoni, ma Ciampi sparì per uno dei suoi mille vagabondaggi in giro per il mondo e i produttori impedirono alla cantante di aspettarlo.
Quel disco poi lo fece Nada, che però era già interprete di nicchia e lui perse per sempre il treno della notorietà. Fino a morire povero, solo e alcolizzato.

Restano le sue canzoni.
Poche ma incredibili, straordinarie.
Come questa che vi regalo oggi. Una perla struggente, disperata e dolcissima, dove in una manciata di versi coglie tutta l’essenza dell’amore.
Sì, l’amore è tutto qui…

Buon sabato a tutti…

#jukebox